L’Italia è situata al margine di convergenza tra due grandi placche, quella africana e quella euroasiatica. Il movimento relativo tra queste due placche causa l’accumulo di energia e deformazione che occasionalmente vengono rilasciati sotto forma di terremoti di varia entità. Secondo quanto pubblicato dall’Istituto Italiano di Geofisica e Vulcanologia (INGV), la Rete Sismica Nazionale ha registrato negli ultimi 31 anni più di 150.000 eventi sismici, la maggior parte dei quali non è stata avvertita dalla popolazione. Circa 50 terremoti hanno avuto una magnitudo Richter superiore a 5.0 e i più forti di questo periodo sono avvenuti il 6 aprile 2009 in Abruzzo (Mw 6,3) e il 20 maggio 2012 in Emilia Romagna (Mw 0 5,9).
Sotto il profilo normativo, il comune di Veglie è stato classificato in zona sismica 4 a seguito dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274/2003, aggiornata con la Delibera della Giunta Regionale della Puglia n. 153 del 2 marzo 2004. In effetti, la succitata Ordinanza suddivide il territorio italiano in quattro zone:
- Zona 1 – Pericolosità Alta (zona in cui possono aver luogo forti terremoti).
- Zona 2 – Pericolosità Media (zona in cui possono aver luogo terremoti abbastanza forti).
- Zona 3 – Pericolosità Bassa (zona in cui possono verificarsi scuotimenti modesti).
- Zona 4 – Pericolosità minima.
Il basso livello di pericolosità sismica del territorio di Veglie è confermato anche dalla sua storia sismica ottenuta consultando il database macrosismico accessibile all’indirizzo http://emidius.mi.ingv.it/CPTI15-DBMI15/ e utilizzato per la compilazione del Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani versione 2011. Il DBMI15 contiene dati di terremoti con intensità massima ≥ 5 e d’interesse per l’Italia nella finestra temporale 1000 – 2014. Il risultato dell’interrogazione del DBMI15 sulla località di Veglie dalla quale risultano 2 eventi, dei quali solo uno, avvenuto nel 1980 con epicentro in Irpinia-Basilicata, raggiunse un livello di intensità pari a 4 (MODERATA).
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